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Dreyer

 

LA FOLLIA DEL SACRO CARL THEODOR DREYER

presenta Giuliano Spagnul


La necessità di superare la contrapposizione ormai sterile tra spiritualismo e materialismo che ha caratterizzato da sempre la critica del cinema di Dreyer, ci spinge ad un approccio che invece evidenzi la grande attualità del suo percorso intellettuale e artistico e che lo tolga dal limbo della "classicità" per restituircelo come precursore della sensibilità contemporanea.

Martedì 9 maggio - ore 21,15 
DIES IRAE
Anno 1623, nel periodo più buio della caccia alle streghe, in un villaggio della riformata Danimarca, un'anziana donna verrà accusata di praticare le arti magiche. Durante la fuga chiede aiuto ad Anna, la giovane moglie del prete Absalon, che sarà il giudice che la condurrà al rogo. Ma il giudice in passato ha salvato segretamente proprio la madre di Anna (accusata anche lei di stregoneria) per poterne sposare la figlia. Il tragico vecchio segreto incombe sulle loro vite e colliderà con il nuovo segreto: la tenera relazione tra Anna ed il figliastro Martin. Sono questi gli elementi della nuova tragedia che si sta consumando e che definiscono i contorni del dramma che sottende tutto il cinema di Dreyer. La necessità di amare e di essere amati come condizione primaria per poter essere e rimanere umani.
1943 (105')

Martedì 16 maggio ore 21,15
ORDET
Film molto discusso, Leone d'oro a Venezia nel 1956, è la storia di un miracolo, la resurrezione di una donna in un villaggio dello Jutland nel 1930, operata da parte di un uomo che si crede Gesù Cristo. Le certezze dei credenti e dei non credenti, in questo film dal ritmo lento ma teso fino allo spasimo, vengono ad essere rimesse completamente in discussione. Nel tentativo di vedere l'inconciliabilità di follia e ragione da un punto di vista diverso da quello ordinario, Dreyer pone le premesse per un nuovo rapporto col trascendente in cui l'unica verità, a cui è possibile riferirsi, rimane la finitezza della condizione umana. 1954 (120')

Martedì 23 maggio ore 21,15
GERTRUD
Ultimo film di Dreyer, ambientato all'inizio del secolo a Stoccolma, è la storia, più che degli amori, dell'amore di una donna, della necessità del primato dell'amore. La scelta della solitudine sarà l'inevitabile conseguenza, dolorosa ma coerente, di una delle più importanti figure femminili del cinema di Dreyer. Ancora un film in uno stile diverso, che spiazzerà il pubblico e la critica dell'epoca. La lezione di Gertrud "Ho molto sofferto e spesso ho sbagliato. Ma ho amato" oggi, in un mondo sempre più arido quanto desideroso di sentimenti, è attuale più che mai.
1964 (112')

Martedì 30 maggio ore 21,15
LA PASSIONE DI GIOVANNA D'ARCO

Ultimo film muto, grande epico fallimento, soggetto a restauri devastanti, ritrovato fortunosamente nella versione originale negli scantinati di un manicomio norvegese negli anni '80. Film molto poco storico, è la storia dell'umano in quanto tale che interessa Dreyer, evidenzia nella passione di Giovanna la sofferenza di uno spirito che, tutt'uno con la propria corporeità, grida al mondo il proprio diritto di esserci come donna, come differenza, come portatore di una diversa visione del mondo. L'immagine finale che dal suplizio di Giovanna torna alla folla in rivolta, testimonia l'intenzione di Dreyer di non voler sublimare il martirio in un'ascesi, ma di volerne evidenziare tutto il suo significato umano e terreno.
1928 (85')

a seguire cortometraggio:
Raggiunsero il traghetto
 
1948 (12')


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