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MAGARI LE COSE CAMBIANO
RASSEGNA DI DOCUMENTARI DI INDAGINE SUL TERRITORIO
FRA L'INCHIESTA E L'AFFRESCO SOCIALE
Quattro documentari di giovani registi accomunati dall'intento di indagare una realtà a loro vicina, di dare voce a un disagio, di raccontare storie di gente comune. Gente che assiste al cambiamento della società, che subisce, che si interroga e che talvolta reagisce.
Il disagio sociale raccontato attraverso situazioni che coinvolgono i singoli e la collettività: la vita di quartiere, la disoccupazione, il degrado ambientale, il razzismo e la politica (edilizia e non) nelle immagini di quattro autori che indagano la realtà del loro territorio.
Spaccati di una modernità che non lascia spazio ai sogni e che fanno riflettere. Film di denuncia che affiancano ad un vago senso di smarrimento la speranza che "magari le cose cambiano".
PROGRAMMA
4 maggio 2010 > DEBITO DI OSSIGENO (con la presenza del regista)
11 maggio 2010 > DALLE TERRE DI NESSUNO (con la presenza del regista)
18 maggio 2010 > 24 ORE A NAPOLI EST
25 maggio 2010 > MAGARI LE COSE CAMBIANO
4 maggio 2010
DEBITO DI OSSIGENO
Regia di Giovanni Calamari, Italia, 2009, 70'
Produzione: Alberto Osella & Partners
Il documentario racconta con grande sensibilità e precisione il dramma umano che ogni perdita del lavoro porta con sé. In un momento come quello attuale, segnato da una profonda recessione economica e in cui un numero crescente di famiglie deve fare i conti per la prima volta con la povertà, il regista ha voluto realizzare questo documentario che illumina anche gli aspetti più nascosti ed intimi di una situazione sociale sempre più pesante. Il racconto è una scheggia di verità nella falsificazione della realtà cui, purtroppo, i mezzi di comunicazione di massa ci hanno ormai abituato.
Fulvia, trentasettenne romana, vive nella provincia milanese col figlio di otto anni e campa con i contratti a termine che riesce a trovare (più che altro nei call center). Daniele e Sabrina, anche loro con un figlio all'asilo, si trovano con un mutuo da pagare nel bel mezzo di una ristrutturazione aziendale di cui ignorano l'esito: licenziamento o riassunzione.
11 maggio 2010
DALLE TERRE DI NESSUNO
Regia di Elvio Annese, Italia, 2009, 53'
Produzione e distribuzione: Elvio Annese
Quante Milano ci sono? C'è la Milano patinata, lanciata verso l'Expò, c'è la Milano delle periferie, ci sono le tante Milano clandestine che ci passano quotidianamente a fianco e che non conosciamo. Se fossimo veramente capaci di guardare gli altri scopriremmo che ogni volto racconta una storia. Spesso nelle periferie questa storia si svolge negli spazi lasciati vuoti dalla città. Lì nessuno viene a controllare. Ma quando tira una brutta aria è meglio nascondersi, magari in una buca sottoterra, per attendere tempi migliori.
Alcuni, come i rom sopravvissuti all'olocausto, garantiscono che la buca sottoterra non è una metafora. Altri ogni venerdì si sentono sempre più piccoli e si inchinano all'immensità di Allah. Prima di loro qui c'erano gli operai che la Milano post-industriale ha cancellato... Mentre stavano scomparendo hanno trasformato la più disperata delle lotte in manifestazione di vitalità. Oggi, come un archeologo, un giovane va nelle fabbriche abbandonate a caccia di reperti. Ripara i vecchi macchinari e li rimette in funzione nella sua piccola officina. Siamo in Bovisa, periferia di Milano, nelle terre di nessuno nate da una dismissione industriale che ha regnato per trent’anni.
Tornare sugli stessi luoghi e riprenderli diverse volte, fare dell'osservazione comparata di un luogo non solo un momento di indagine ma l'occasione per una scintilla poetica. È così che Elvio Annese è passato per le terre della Bovisa milanese in diversi anni (1976, 1989, 1991, 2005, 2007, 2008), vedendo crescere il degrado post-industriale e montando un film spezzato e lirico sull'andare del presente e il movimento irregolare della memoria.
18 maggio 2010
24 ORE A NAPOLI EST
Regia di Vincenzo Cavallo, Italia, 2006, 60’
Produzione: N.EST/Hub Integrated Communication
Finalista al Festival del Cinema di Paesaggio indetto dalla Regione Veneto, il documentario narra la storia di un progetto d'arte e partecipazione urbana, N.EST, attivo come database di opere e progetti in rete e come think tank all'estero e in Italia (http://www.napoliest.it/).
Il primo documentario, basato sul progetto Napoliest, è focalizzato su una zona della periferia napoletana. Un viaggio pieno anche di sorprese che fa conoscere aspetti in parte inediti della vita partenopea. Si evidenziano lamentele e disagio sociale, ma anche molto ottimismo ed energia. Un montaggio molto abile capace di dare, in diversi momenti, un ritmo davvero notevole a un lavoro ricco di immagini e di spunti.
25 maggio 2010
MAGARI LE COSE CAMBIANO
di Andrea Segre, fotografia di Luca Bigazzi, Italia, 2009, 63'
Produzione: ZaLab e OFF!CINE (Italia)
La dignità di due donne contro l'urbanistica del privilegio. Un viaggio nel cuore delle moderne borgate romane, dove migliaia di cittadini italiani e stranieri si vedono quotidianamente negato il diritto alla dignità.
Neda è una signora romana di 50 anni. Una “romana de Roma”. È arrivata a Ponte di Nona nel 1995, con un figlio di 10 anni e uno di 3 mesi: mandata dal Comune, in una casa popolare vinta per bando.
Sara, 18 anni, a Ponte di Nona invece ci è cresciuta. Figlia di una pugliese e di un egiziano.
Nel cuore della Ponte di Nona di oggi, Sara e Neda ci conducono in una sorta di autoinchiesta su quali siano le dinamiche di interesse e di potere che segnano le vite quotidiane di migliaia di cittadini come loro: quartieri costruiti senza servizi, senza collegamenti viari, senza luoghi di socialità, senza nessuna manutenzione. Imbuti schiacciati dal traffico disumano di una città costruita pensando solo all’interesse delle rendite fondiarie e dei bacini elettorali; pezzi di cemento e asfalto rubati alle campagne romane per arricchire costruttori, architetti e amministratori incuranti delle conseguenze sul tessuto sociale della città. O forse, ancor peggio, implicitamente interessati a creare nella società tensioni interne e guerre tra poveri utili a distrarre la maggioranza della popolazione dalle manovre economiche e finanziarie che portano ingenti profitti ai soliti pochi amici degli amici. Una vecchia storia, purtroppo, che si ripete da decenni a Roma e in molte altre città d’Italia, attraversando indifferentemente giunte di centro destra e di centro sinistra, prive di interesse alcuno a fermare questa gestione dissennata del territorio urbano e sociale del nostro Paese.
Una vecchia storia che oggi ha trovato nuovi protagonisti, gli immigrati e le tensioni tra di loro e gli italiani. Il film è stato infatti girato proprio nei mesi in cui a Ponte di Nona, nelle nuove case popolari colorate, stavano arrivando i nuovi assegnatari, per la maggior parte stranieri. Un impatto in alcun modo aiutato da interventi socio-culturali, che ha aperto la strada a possibili nuove tensioni a sfondo razziale. Ma per fortuna non tutti ci cascano e con una grande forza di volontà persone come Neda, Sara e con loro Luca, Cristina, Lorenzo, Jackson e molti altri, cercano di non cadere nella trappola e di unirsi, di conoscersi, di aiutarsi.
Perché solo così, solo attraverso la capacità di unirsi e di protestare insieme, “magari le cose cambiano”.
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