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CINEMA E CITTA' - metropoli in nero
noir europero > la solitudine del gangster
a cura di Michele Bertolini
> giovedì 6 marzo h.21,30
> giovedì 13 marzo h.21,30
Il secondo doppio appuntamento del ciclo "Cinema e città: metropoli in nero", iniziato a novembre, trova nella cittˆ il vero cuore pulsante di un noir d«autore che dalla perfezione stilistica dell«opera di Huston raggiunge la duttilitˆ di Kurosawa nell«assimilare formule del cinema americano ed espliciti riferimenti al neorealismo italiano.
La città diventa qui luogo di formazione e di perdita, ambiente malsano e palude soffocante che incarna l«immagine disincantata e moderna del destino: ciò a cui non ci si può sottrarre, perchè s iamo già da sempre consegnati ad esso. Cane randagio di Kurosawa e Giungla d«asfalto di Huston presentano a un anno di distanza l«uno dall«altro (1949 e 1950) la discesa agli inferi di uomini (poco importa se poliziotti o gangster) che si perdono nei bassifondi umidi di Tokio o nelle albe livide e deserte della metropoli americana. Se il film "corale" di Huston si presenta come un meccanismo formale impareggiabile di progressiva dissoluzione e auto-consumazione del crimine, divorato dalla sua stessa avidità, dove il grigio, la sparizione e il vuoto finiscono per dominare, Kurosawa costruisce un film "individuale" giocato, come Ladri di biciclette, su una perdita iniziale (il furto della pistola subita da un poliziotto) che innesca un movimento di presa di coscienza e apertura alla vita nascosta, segreta, anonima della città. Un«ecatombe rituale (il sacrificio del gruppo, il rovesciamento fra progettazione e messa in opera della rapina in Huston, come avverrà anche in Rapina a mano armata di Kubrick) che termina con un dissanguamento, e un romanzo di formazione urbano che scopre la segreta solidarietà umana fra bandito e uomo della legge.
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