prossimi appuntamenti della rassegna
venerdi 11 maggio
Sang et Or
di Jafar Panahi 2003
venerdi 18 maggio
I segreti di Brokeback Mountain
di
Ang Lee 2005
venerdi 25 maggio
Il Miracolo
di
Edoardo Winspeare 2003
venerdi 1 giugno
IL CAIMANO
di
Nanni Moretti 2006
>attiità mese di MAGGIO
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OPS L’HO PERSO…
MA C’è LA SCHEGGIA
Hai mai detto:
“Ah peccato quel film l’avrei voluto vedere”...?
La scheggia organizza una rassegna dedicata ai film usciti recentemente o quasi, diciamo dopo il 2000, una programmazione di film attenta ad alcuni nuovi registi italiani come Crialese, qualcuno meno conosciuto come Edoardo Winspeare e qualcuno che conosciamo bene come il caro vecchio Nanni, ma non solo, c’è spazio anche per il cinema iraniano e di produzione americana.
Venerdi 4 maggio
ore 21.30
Respiro / IT-FR 2001 con Valeria Golino, Vincenzo Amato, Francesco Casisa, Veronica D’Agostino, Filippo Pucillo, Muzzi Loffredo, Elio Germano.
REGIA Emanuele Crialese
SCENEGGIATURA Emanuele Crialese
FOTOGRAFIA Fabio Zamarion
SUONO Pierre-Yves Lavoué
SCENOGRAFIE Béatrice Scarpato
MONTAGGIO Didier Ranz
INTERPRETI Valéria Golino (Grazia), Vincenzo Amato, Francesco Casisa, Avy Marciano
PRODUZIONE Domenico Procacci - Fandango Films
ORIGINE Italia, 2002
DURATA 90'
Sole, roccia, mare. Sembra la ricetta della vacanza ideale, invece per Grazia la vita sull'isola di Lampedusa risulta molto problematica. Difficile adeguarsi alle regole sociali quando si e' per natura anticonformisti. Grazie e' una donna giovane e ancora bella, madre e moglie, che alterna solarità e dolcezza a introversione e rabbia. La sua guida e' l'emotività, vive tutto all'ennesima potenza, con conseguenti ed improvvisi sbalzi di umore. Emanuele Crialese, regista e sceneggiatore alla sua opera seconda, costruisce un bel personaggio femminile, che pare cucito addosso a Valeria Golino, interprete discontinua capace di spaziare dalle grandi produzioni hollywoodiane ai piccoli film indipendenti. Grazia e' naturalmente contraddittoria e la sceneggiatura non cerca di trasformarla in un'eroina in lotta contro il bigottismo e l'arretratezza culturale del microcosmo in cui vive. Grazia, infatti, sarebbe ribelle e disubbidiente alle regole in qualsiasi epoca ed ambiente. Sicuramente in un altro contesto la sua irrazionalità potrebbe essere etichettata come originalità e magari (ma non e' detto) troverebbe meno barriere nella sua possibile espressione, mentre in un'isola lontana dal mondo diventa una malattia da curare, qualche cosa che mina l'equilibrio, il quieto vivere, il tacito perpetuarsi della tradizione. Sembra davvero di essere fuori dal tempo, in un'atmosfera di memoria verghiana: il ritmo delle giornate scandito dal lavoro in mare, sotto il sole cocente, o sulla terraferma, a pulire il pesce o a fuggire il caldo. La descrizione della natura e dell'ambiente in cui si muovono i personaggi diventa parte integrante del racconto, un personaggio che racchiude tutti gli altri, una sorta di primitiva ancora radicata in ognuno degli isolani. Anche i dialoghi, spesso parlati in siciliano stretto, contribuiscono ad entrare nell'ambiente in cui i personaggi vivono. Gli interpreti, in maggior parte non professionisti, risultano quasi sempre spontanei senza cadere nel bozzetto da esportazione. Bravissimo il giovane Francesco Casisa, il figlio maggiore della protagonista legato alla madre da un rapporto molto forte, che esprime, attraverso gli occhi e la postura, tutto il suo disagio. La tragedia e' dietro all'angolo, ma Crialese non cede alle facili lusinghe del dramma, vuole comunicare altro rispetto alla circolarità di un racconto. E le immagini che concludono il film colpiscono per bellezza, poesia e intensità.
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